RECENSIONE: BREWDOG – PUNK IPA

La Punk IPA di Brewdog non ha bisogno di molte presentazioni: una birra che ha segnato la storia recente del mondo brassicolo, che ha fatto conoscere alla massa un’interpretazione diversa di questo prodotto.
Questa creazione ha letteralmente aperto la strada a tutte le concezioni e varianti che esistono in fatto di luppolate, divenendo l’esempio da prendere come modello.

Commercializzata dal 2007, è tutt’ora la porta bandiera di Brewdog, produttore scozzese che ha subìto una crescita esponenziale nell’arco di questi anni. Brewdog, infatti, non si può più considerare artigianale in termini di produzione, visti gli ettolitri che di anno in anno aumentano vertiginosamente. E’ vero però, che il birrificio non ha mai subito intromissioni da parte di multinazionali, rendendolo ancora attualmente indipendente.
Nel corso del tempo, Brewdog ha saputo ritagliarsi il proprio spazio tra i classici gruppi industriali, grazie ad un costante rafforzamento del brand, in termini di marketing e di stabilimenti produttivi.
Oggi la Punk IPA è diversa da come si è fatta conoscere nei primi tre anni di vita: è stata portata da 6% ABV a 5.6% ABV. Anche la composizione della luppolatura risulta differente: la ricetta attuale prevede l’uso di Chinook, Simcoe, Ahtanum e Nelson Sauvin.

Recensione review Punk IPA Brewdog

ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.

La Punk IPA forma nel bicchiere una schiuma compatta e pannosa, largamente persistente. Il suo colore è beige, con una composizione della bollicina a trama fine. Il colore del corpo della birra è dorato, e manifesta una più che discreta limpidezza.

L’intensità dei sentori si rivela medio/alta, a manifestare la fortuna di avere per le mani una birra relativamente fresca dal giorno dell’imbottigliamento. Gli aromi spaziano soprattutto sull’agrumato: arancia e pompelmo sono i protagonisti, colorati da sfumature esotiche in background.
La bollicina è di livello medio, che aiuta a favorire un sorso facile, come ci si aspetterebbe.
Nel gusto, si possono avvertire le stesse indicazioni ottenute al naso, anche se l’incisività di questi flavours appare più fievole. Il finale risulta corto e tagliato, soprattutto sull’amaro.
Il retrogusto, di conseguenza, sembra voler essere ruffiano, dalla secchezza leggermente accentuata.

Recensione review Punk IPA Brewdog

La Punk IPA odierna è lo specchio attuale della volontà di proporre un prodotto rivisto appositamente per attrarre il cliente medio da GDO su larga scala. Una scelta quasi inevitabile, visto il boom avuto negli albori e che rapidamente ha condizionato il mercato birrario, offrendo un’alternativa ai soliti marchi industriali.
Va dato atto dell’importanza che la Punk IPA ha avuto nel cambiare alcuni meccanismi e a fare da spartiacque per far conoscere il comparto artigianale come lo stiamo conoscendo attualmente.
Purtroppo, inevitabilmente, la produzione di adesso non rispecchia i dettami originali, e si discosta abbastanza rispetto il profilo rustico e accattivante della Punk IPA iniziale.
Chi ha avuto modo di poterla provare a suo tempo, conserverà sicuramente un bel ricordo a riguardo. Chi si accinge a conoscerla ora, potrà avere l’occasione di farsi “traghettare” nel mondo luppolato con un approccio easy, per poter andare in avanscoperta verso nuovi lidi.

Recensione review Punk IPA Brewdog

NOME BIRRA: PUNK IPA
BIRRIFICIO: Brewdog
STILE
: India Pale Ale
ABV: 5.6%
FORMATO: BOTTIGLIA, 33 cl.

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