È stata la birra che ha fatto più parlare di sé a fine 2020. Quando si parla di De Dolle Brouwers, non si ha mai la certezza di cosa ci si possa trovare davanti (sempre nel senso positivo). Quest’alone di mistero e magia che si crea ogni volta per la Stille Nach di turno, ha mosso molte discussioni a riguardo della birra realizzata per il 40esimo anniversario del birrificio.
Ebbene sì, Kris Herteleer per festeggiare tale traguardo ha pensato di brassare una nuova ricetta, cosa atipica per un produttore come De Dolle Brouwers, legato essenzialmente a poche etichette al quale non vengono aggiunte nuove creazioni. Questa nuova uscita è stata chiamata semplicemente XL, che in numero romano significa 40. Una Belgian Pale Ale da 6% ABV, che va subito ad attirare l’attenzione per il suo grado alcolico ridotto, ponendosi come una vera e propria “Session beer” della casa.
La ricetta è parecchio semplice in termini di materie prime: malto Simpson Maris Otter Pale Ale e luppolo Whitebread Golding, di produzione limitrofa.
La curiosità era ovviamente molta, vista la venerazione che gli amanti di De Dolle Brouwers hanno nei confronti di Kris, più che giustificata.
Andiamo passo per passo a scoprire questa birra, sviscerando le relative discussioni che l’ha vista protagonista.
ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.
La XL costruisce una schiuma bianca dalla trama fine, che si manifesta con impeto spumeggiante ed esuberante mantenendosi a lungo, come le birre di De Dolle Brouwers sono solite presentarsi.
Il corpo della birra è caratterizzato da una colorazione aranciata, impregnata da una velatura che le permette di risultare largamente opalescente.
Il perlage è visibile, e si manifesta con azione vivace, quasi irruenta, trasmettendo visivamente una buona carbonatazione.
L’intensità aromatica è medio/alta, e qui andiamo subito a verificare il principale oggetto di discussione riguardo alla XL: è brettata? Le prime note che si possono fiutare portano alla mente immediatamente un filo conduttore con Orval, ma nell’accezione più giovane nel quale essa possa presentarsi. Queste note, tuttavia, non si protraggono molto, diradandosi in breve tempo, favorendo altre componenti olfattive quali sfumature floreali agghindate da frutta candita. Le scorze d’arancia sono state inserite in dry hopping, ed esse, assieme a strascichi di frutta a pasta gialla come albicocca matura e pesca (variante bianca), costituiscono un naso molto vellutato. Presente è anche una leggera accezione di pompelmo, che va ad inserirsi come flavour da collegamento tra quelli appena descritti.
La frizzantezza è ben presente, ma non eccessivamente graffiante, così da non apparire arrogante od oltre le righe. Il corpo è assolutamente snello e molto scorrevole, denotando il tratto estremamente session che la XL offre nella bevuta.
Nel gusto, l’entrata viene accompagnata dalla bollicina che trascina con sé rimandi fruttati/agrumati (meno intensi di quelli percepiti al naso), che avanzano gradualmente per poi rivelare quella nota amaricante tipica della scorza d’arancia.
La conclusione del sorso porta anche un pizzico di acidità che non gusta, calibrando una secchezza decisamente piacevole in ultima battuta.
Tornando al dibattito principale riguardo alla presenza o meno di forme brettate all’interno della XL, alcuni hanno addirittura analizzato il contenuto della bottiglia, non trovandone traccia. Dall’esperienza che ho potuto effettuare con questa bottiglia, e da un ragionamento successivamente compiuto, ho elaborato una mia personale tesi (portata avanti solamente da pochissime persone).
Essendo il lievito di De Dolle Brouwers un microrganismo che è stato utilizzato per birre dagli 8% ABV in su (non conosciamo la Oeral da 6% ABV, esportata negli USA), è possibile che in una birra da 6.5% ABV abbia potuto presentare dei flavours inaspettati. Dico questo perché l’assonanza con il brettanomyces che si può avvertire nella Orval (in forma purissima) è simile, ma con accezione che lo possa ricordare abbastanza alla lontana.
Quindi, per quanto mi riguarda, si può parlare di uno “stress inverso”, che ha portato alla formazione di alcuni sentori, che molti hanno associato alla specifica brettata.
Ovviamente, anche questa volta non sapremo mai la verità, e immagino il buon Kris farsi una risata ogni volta che si apre una discussione infinita in merito alle sue creazioni. Dopo tutto, gli vogliamo bene appunto per questo, perché quel velo di fascino quasi occulto sarà un mistero che porterà con sé, senza rivelarlo a nessuno.
NOME BIRRA: XL
BIRRIFICIO: De Dolle Brouwers
STILE: Belgian Pale Ale
ABV: 6%
FORMATO: BOTTIGLIA, 33 cl.
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