Vecchi amici che si incontrano nuovamente dopo diversi anni: quale miglior occasione per brassare una nuova birra insieme? I ragazzi americani di Allagash Brewing Co. si sono recati a Bruxelles presso lo stabilimento di Brasserie De La Senne per dare vita a Zennegash, una birra che sulla carta dimostra elevate potenzialità derivanti da un progetto molto intrigante.
Non è la prima volta che due birrifici così distanti, geograficamente parlando, effettuano una collaborazione per dare alla luce una birra. Infatti, il primo elaborato congiunto tra Brasserie De La Senne e Allagash Brewing Co. (birrificio di Portland, Maine) è datato 2011.
Esattamente dieci anni dopo ecco un nuovo incontro. Questa volta l’occasione è propizia per lavorare su una ricetta da presentare in due versioni: partendo da una Wheat Ale (birra che prevede l’utilizzo di frumento), il protocollo prevede un double dry hopping di varietà americane ed europee di luppolo. Il risultato di tutto ciò si chiama Zennegash, nome che risulta essere un merge del minimo comune denominatore che accomuna i due birrifici, ovvero il fiume adiacente ai relativi stabilimenti produttivi, parte integrante dell’identità aziendale di entrambi.
A maturazione completata, la birra destinata per i fusti è stata confezionata senza ulteriori predisposizioni, mentre per la porzione indirizzata in bottiglia, è stata prevista una rifermentazione con il brettanomyces. Proprio di quest’ultima versione andremo a parlare nelle righe seguenti, per un prodotto che è rimasto sotto controllo del birrificio per qualche mese prima di essere ufficialmente reso disponibile nel Febbraio del 2023.
ANALISI VISIVA.
La Zennegash compone una schiuma soffice e spumosa, che va ad assomigliare ad una nuvola di colore bianco caratterizzata da una grana non omogenea. Infatti, compaiono tratti in cui risulta più fine ed altri in cui palesa una trama abbastanza grossolana. La persistenza comunque è accettabile, per una lenta scomposizione che modella forme imprevedibili.
Il corpo della birra è costituito da una colorazione gialla abbastanza chiara, la cui tendenza è prettamente paglierina. L’aspetto è caratterizzato da una velatura diffusa in modo totale, utile ad accentuare la tinta pastello che acquisisce maggior brillantezza nell’intersezione con la luce. Qualche bollicina è rilevabile, sintomo di una carbonatazione vivace ormai identificabile come marchio di fabbrica di De La Senne.
ANALISI OLFATTIVA.
L’intensità degli aromi è parecchio elevata, confermata da una complessità di varia natura che regala un olfatto molto propositivo. Particolarmente incisivo è il tratto floreale bianco, a ricordare gelsomino, mugo e sambuco. In background si riescono ad individuare sentori di pesca, melone e ananas. Più nitido è invece lo spunto agrumato/citrico (limone e lime), che va a creare un’ottima legatura con le parti selvagge (ma non troppo) del brettanomyces, rappresentate da intuizioni di cuoio e uva spina. Alla lunga, la componente floreale è quella che garantisce più lunghezza aromatica, con una costanza veramente notevole.
ANALISI GUSTATIVA.
La frizzantezza, come ci si poteva aspettare, è sensibile, necessaria per sostenere una vivacità alquanto caratteristica. Il corpo si dimostra agile e non impegnativo, riducendo l’effettività dei 5.7% ABV dichiarati.
In bocca, il lato gustativo è ben equilibrato, in cui la linea fruttata (analoga a quanto si è potuto rilevare al naso) accoglie un’acidità elegante derivante da frumento e brettanomyces. Giunti nel picco del sorso, la discesa successiva accomoda il proseguo graduale verso il dispiegamento floreale che risulta arricchito da un tratto fenolico integrativo (pepe, noce moscata). Colpisce la naturalezza dell’evoluzione del sorso, che procede con innata classe per garantire una bevuta complessa ma allo stesso tempo molto accessibile.
Il retrogusto è dotato di una secchezza ben calibrata, con una persistenza gradevole di natura erbaceo/speziata.
IMPRESSIONI GENERALI.
Questa collaborazione è un’autentica delizia che trasuda una personalità veramente inebriante. La rifermentazione attuata con il brettanomyces dona quella marcia in più per aggiungere ulteriore sensazionalismo ad una birra costruita in maniera sontuosa.
La fortuna questa volta è stata dalla nostra parte: il pezzo in questione si è dimostrato all’apice della propria forma, per un’esperienza quasi mistica. Il profilo esaminato ha saputo regalare emozioni pure, complice anche una varietà sensoriale notevole che ha cooperato per un fine comune, ovvero quello di poter impressionare senza esagerare in improbabili voli pindarici.
NOME BIRRA: ZENNEGASH
COLLABORAZIONE: Brasserie De La Senne + Allagash Brewing Co.
STILE: Wheat Ale (con brettanomyces)
ABV: 5.7%
FORMATO: BOTTIGLIA, 33 cl.
IMBOTTIGLIATA: 24/11/2022
SCADENZA: 24/11/2025
BEVUTA IL: 11/03/2024
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