Garage Beer Co. non ci ha messo molto per farsi un nome tra gli addetti del settore, soprattutto in patria. Un birrificio che ha cavalcato alcune mode del momento per far conoscere i propri prodotti. Il tutto condito da un’immagine pulita e semplice, cosa che non guasta mai per un marketing diretto e d’impatto.
In quel di Barcellona si osa sperimentare, e in quest’occasione possiamo toccare con mano una creazione ambiziosa: Circus Tears è un’Imperial Stout da 11% ABV. La sua particolarità è dettata dall’uso di pistacchi e vaniglia biologica, che danno quell’impronta 100% naturale voluta dal birrificio.
ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.
La Circus Tears forma inizialmente una schiuma compatta e cremosa, di colore nocciola scuro. La persistenza è media, e man mano che essa comincia a diradarsi, la bollicina si trasforma da fine a grossolana.
Il colore del corpo della birra è nero impenetrabile, dando la sensazione di un prodotto oleoso e denso.
L’intensità degli aromi si attesta su un livello medio, dove i pistacchi sono i primi a sopraggiungere, ma anche i primi a scomparire. Essi infatti si palesano giusto quella manciata di secondi per poi fare spazio ad una vaniglia perentoria, forse anche troppo invadente. L’effetto che ne esce è un totale dominio all’olfatto di quest’ultima, e seppur Garage Beer Co. ha sottolineato l’uso di baccelli di vaniglia naturali, l’effetto non suona propriamente tale. Quello che si può percepire all’olfatto risulta artificiale, andando ad assomigliare a un qualcosa che ricalca molto similmente il marshmallow leggermente bruciato.
La frizzantezza risulta media, leggermente eccessiva rispetto a quello che comunemente ci si potrebbe aspettare da un’Imperial Stout, soprattutto di questa gradazione.
Il corpo è molto alcolico, deciso e pieno, dove gli 11% ABV nei primi sorsi si palesano tutti. L’ABV viene stemperato dopo qualche minuto, dove la dolcezza generale tende ad alleviare le punte alcoliche più aggressive.
Nel gusto, i sentori avvertibili ricalcano quelli già evidenziati al naso, dove cioccolato, leggera liquirizia e soprattutto caffè costituiscono la base maltata.
Nel retrogusto compare un amaro moderato, definito da cacao e polvere di caffè, che comunque rimane leggero, fagocitato da un’amabilità imperante. Constatabile, infatti, è la sensazione molto viscosa che lascia la bocca appiccicaticcia alla fine di ogni sorso.
La Circus Tears, dalle premesse, suonava come un progetto veramente interessante. Le ottime recensioni e medie voti recuperabili sul web facevano presagire ottime aspettative, purtroppo non confermate.
Un’Imperial Stout che non convince sul piano generale. Apprezzabile l’uso di materie prime biologiche, che nell’insieme però non rendono i risultati sperati. Il tutto non brilla di armonia ed eleganza, anzi, e alla fine ci si ritrova dinanzi ad una birra slegata e sbilanciata sotto molti punti di vista. Dopo qualche sorso la stucchevolezza prende il sopravvento, e per una birra da 11% ABV non è certo un punto che gioca a proprio favore.
Purtroppo questa è l’ennesima conferma del non apprezzamento trovato su questo birrificio spagnolo: molto hype su di esso, che però non trova riscontro in prodotti che suonano ancora acerbi. Sicuramente in Spagna questa è avanguardia, che però esportata sfigura ancora rispetto ad altri produttori già più navigati.
Personalmente, spero vivamente che Garage Beer Co. sappia correggere il tiro nel prossimo futuro e poter meritarsi la nomea che circola (a parole) tra gli appassionati.
NOME BIRRA: CIRCUS TEARS
BIRRIFICIO: Garage Beer Co.
STILE: Imperial Stout
ABV: 11%
FORMATO: LATTINA, 44 cl.
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