RECENSIONE: RURALE – SETA

Esiste un legame parecchio sentimentale in casa Birrificio Rurale: la primogenita non si scorda mai. Colei che fa da ponte perfetto tra i bidoni casalinghi dei kit da homebrewing, in quelle serate infinite trascorse nel proprio garage a sperimentare ricette, e il momento in cui tutto ciò si può realizzare sul primo impianto professionale a disposizione.
La protagonista di questa storia è la Seta, una Witbier da 5% ABV che nel corso della sua esistenza ha subito una mutazione sostanziale su alcuni aspetti che la vanno a caratterizzare per come effettivamente la possiamo ritrovare al giorno d’oggi. Originariamente il nome di tale birra era “Bianchina” e nasce dalla passione di Lorenzo e Beppe per questo stile fresco e leggero di matrice belga. I due amici dediti all’homebrewing ossessivo e compulsivo vogliono perfezionare sempre di più la base di partenza: ad ogni cotta modificano, limano e aggiungono qualche dettaglio che può fare la differenza.
Nei primi anni casalinghi, la ricetta della Seta prevedeva lievito belga tipico da Blanche, malto Pils, fiocchi d’avena e frumento non maltato. Le aggiunte in termini di ingredienti atti a connotare questa birra si riconducono a coriandolo per l’apporto speziato e buccia d’arancia amara per trasmettere vibrazioni fresche ed agrumate. Ma ad un certo punto si verifica il punto di svolta definitivo.

Lorenzo Guarino, da persona meticolosa e intraprendente qual è, è sempre alla ricerca di miglioramenti per elevare il livello delle proprie produzioni. Un giorno sottopone ai futuri compagni d’avventura di Birrificio Rurale il consueto giro di assaggi, per fare il classico punto della situazione. Due alternative della Witbier vengono esaminate: la votazione è unanime a favore della nuova versione che sbaraglia letteralmente la precedente ricetta. In quell’occasione, questo gruppo di amici scoprì di aver gettato le basi per un marchio di fabbrica vero e proprio, che altro non è la Seta come la conosciamo tutt’ora (battezzata definitivamente sull’impianto professionale dell’ex sede operativa di Certosa di Pavia).

Ma, alla fine, in cosa consiste questa sostanziale differenza?
Una cosa “leggermente” caratterizzante quando si parla di Belgio… il lievito. Se prima il protagonista era un ceppo tipico belga, come già accennato in precedenza, ora parliamo di un micro organismo insolito per redigere una Blanche: l’US05.
Costui è un lievito parecchio conosciuto per la propria neutralità, sulla quale poter sbizzarrirsi per poter esaltare materie prime in aggiunta ed ottenere una derivazione aromatica che non va in contrasto con esterificazioni o componenti fenoliche prodotte dal lievito.
Coloro che hanno un po’ di dimestichezza in materia storceranno il naso nel sapere quanto appena letto, ma volutamente voglio lasciare alcune considerazioni nelle conclusioni finali per andare dritti al punto e concentrarci sull’analisi di questa birra.

Recensione Review Rurale Seta

ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.

La Seta forma una schiuma di colore bianco che mantiene un profilo fine ed omogeneo a livello di bollicina, seppure la consistenza sia essenziale in quella corona modesta che svanisce nel giro di poco. Il corpo mostra tinte dorate cromaticamente abbastanza chiare, tanto da rientrare in quelle sfumature paglierine tipiche delle Blanche. L’aspetto è veramente terso e cristallino, merito del confezionamento in isobarico che non lascia alcun residuo all’interno della bottiglia.

L’intensità dei sentori è medio/alta, nella quale i due ingredienti caratterizzanti inseriti appositamente determinano in larga parte l’olfatto con una presenza pulita e ben assestata. Si percepisce la mancanza di fenolico in background, dovuto all’utilizzo del lievito neutro che non rilascia alcun composto aggiuntivo. L’interazione generale non risulta comunque statica, grazie ad un profilo generale che concede ulteriori suggestioni olfattive che non si soffermano solamente sul coriandolo e scorza d’arancia: si può avvertire la presenza citrica che acquista maggior estensione con note che ricordano il limone e il lime e un bouquet floreale parecchio fresco in grado di dare seguito a tali sensazioni rigeneranti. Da menzionare è inoltre la costanza dell’intensità aromatica che sul lungo periodo mantiene intatta la resa dei profumi.

La frizzantezza è medio/bassa in termini di percezione d’entrata, per una risposta successiva che offre lo spunto giusto per dare quel tocco brioso necessario al sorso. Il corpo è scattante e scorrevole, come richiede l’esecuzione sul tema, assolutamente adeguato per quanto riguarda lo stile.
In bocca, si intuisce sin da subito che la bevuta è convogliata su binari ben precisi per essere maggiormente concentrata sul trasporto fruitivo, reso così agile da una taratura millimetrica delle componenti in gioco. La Seta risulta morbida quanto serve grazie all’utilizzo di fiocchi d’avena e vivace al punto giusto con quel pizzico di acidità subito protratto dall’essenza della scorza d’arancia che accarezza soavemente la lingua. Il coriandolo si manifesta in accezione minore rispetto all’olfatto, per fornire una sfumatura basilare della propria forma.
Il retrogusto è contraddistinto da una lievissima nota amaricante (da scorza d’arancia) che ben si addice ad una secchezza conclusiva che invoglia una bevuta continua e stimolante.

Recensione Review Rurale Seta

La Seta è indubbiamente una birra architettata in modo impeccabile sotto il punto di vista tecnico, diventata l’autentico cavallo di battaglia del birrificio di Desio. Inoltre, con l’introduzione negli ultimi mesi del packaging in alluminio, è l’unica etichetta presente in entrambi gli involucri da 33 cl, per soddisfare sia gli amanti delle bottiglie, sia quelli delle lattine.

Ma riprendiamo quanto espresso nella parte conclusiva della premessa: la Seta è una birra che ha smosso parecchie discussioni tra i forum birrari, con dibattiti abbastanza accesi tra chi non la considera una Blanche pura (quindi fuori stile) e altre tesi che ne attestano l’efficacia seppur si sia ricorsi all’utilizzo di un lievito neutro. I puristi della situazione contestano il fatto che secondo il BJCP la categoria Witbier preveda l’uso esclusivo di un ceppo di lievito riconducibile a tale genere: quindi, tecnicamente è corretto considerare la Seta un prodotto non catalogabile in tale tipologia.
Il lavoro svolto in birrificio per molti versi vuole valorizzare una ricetta che decanta con gloria una proprietà di bevuta da antologia, fregandosene volutamente di rigidi paletti nella quale (dover per forza) rientrare.

Ne va da sé che se un prodotto come la Seta ha riscosso l’enorme successo ottenuto in questi anni tra il pubblico, tanto da renderla il best seller di Birrificio Rurale, si può soprassedere su molte insinuazioni mosse a riguardo.
Un esempio di come “il fine giustifica i mezzi”, per una birra molto presente in tutta la penisola e apprezzata per quello che è, ovvero una birra in grado di adempiere le esigenze per la quale è stata pensata e messa in pratica, com’è giusto che sia.

Recensione Review Rurale Seta

NOME BIRRA: SETA
BIRRIFICIO: Rurale
STILE: Witbier
ABV: 5%
FORMATO: BOTTIGLIA, 33 cl.

CODICE LOTTO: L1445
SCADENZA: 19/06/2023
BEVUTA IL: 29/11/2022

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