La linea in lattina di Volfas Engelman vuole celebrare tutte le tradizioni birrarie mondiali, andando a toccare i punti cardine in base a stili che li rappresentano al meglio. Appunto per questo, tale catalogo è stato nominato Pasaulio Skoniai, che tradotto in italiano significa “sapori dal mondo”.
Tra queste lattine compare la Blanc, una Witbier di chiara ispirazione belga per offrire quella variante facile e generalmente più estiva rispetto ad altri stili di tale cultura. La ricetta è tarata su 5% ABV e come luppolatura il solo Magnum di origine tedesca fa il proprio dovere all’interno di questa realizzazione.
ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.
La Blanc di Volfas Engelman compone una schiuma bianca dal tratto fine, che si mantiene omogenea e fissa grazie ad una discreta persistenza.
Il corpo della birra è di colore dorato chiaro, dall’aspetto limpido e pulito, immune a contaminazioni visive. Il perlage, di conseguenza risulta ben visibile, vispo in forma esile.
L’intensità aromatica è alta: seppur i sentori più classici riconducibili solitamente al lievito appaiono dannatamente fugaci (nel range di tre o quattro secondi), non si può dire altrettanto del fruttato che rapisce letteralmente il naso. La persistenza olfattiva che si va a delineare è dettata da aromi importanti di pesca e albicocca. La nota dolente di tutto ciò è la presenza solforosa in background che tende ad imbruttire ciò che spicca maggiormente, accentuando ancor di più i sospetti di palese artificialità per un profilo generale costruito a tavolino. Ciò, molto presumibilmente, è una scelta dettata in funzione della totale mancanza soprattutto fenolica derivante dal lievito, per cui si necessita di sopperire. L’effetto generale tende a creare un the alla pesca, innaturale per l’aroma offerto che si protrae con costanza e mai soggetto a declino.
La frizzantezza è vivace in forma fine, per un’alta briosità del sorso che accompagna un corpo leggero e filante, adatto per una Witbier. Nel gusto, inizialmente compare quel pizzico di acidità da frumento, che cerca di attrarre l’attenzione per distogliere l’assenza (anche qui) di componenti che dovrebbero essere frutto del lievito.
Non brilla di omogeneità ciò che si palesa nella bevuta, per una percezione binaria di linee di scorrimento slegate tra loro, che viaggiano ognuna per conto proprio. Pesca ed albicocca risultano anche qui gli elementi portanti, con l’inserimento del tratto amaricante che trova scarsa connessione nel contesto.
Il retrogusto è composto da una portata di amaro scorbutica in relazione al residuo vanigliato finale e gli ultimi barlumi di fruttato che pervadono il palato.
Witbier decisamente fuorviante per quanto dimostrato: esperienza distante dai concetti di freschezza e naturalezza dovuto ad un imprinting che sprizza artificialità da tutti i pori. Il carattere belga risulta completamente assente, con aromaticità poco tipica che sembra voler mettere di proposito tanta polvere sotto ad un tappeto di dimensioni striminzite.
Packaging bello ed accattivante, ma non lasciatevi ingannare: se possibile, passate tranquillamente oltre.
NOME BIRRA: BLANC
BIRRIFICIO: Volfas Engelman
STILE: Witbier
ABV: 5%
FORMATO: LATTINA, 56.8 cl.
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