Quando si pensa ad un birrificio che di riflesso può essere influenzato dalla cultura belga per vicinanza geografica, è improbabile non riuscire a trovare in catalogo uno “stile” diventato mitologico grazie ad alcune etichette in particolare. Brouwerij De Molen ha affrontato il mondo delle Quadrupel con la propria Zoet & Zalig, una realizzazione agghindata con tre introduzioni utili a renderla ancor più caratteristica.
Quando si pensa al Belgio, l’avventore medio ha in testa un’associazione quasi istantanea che risulta per alcuni versi approssimativa e un po’ superficiale: una birra dolce d’alta gradazione alcolica. Questo è ciò che la maggior parte della gente deduce quando si parla generalmente di una tradizione birraria che è stata fatta conoscere nella nostra nazione tramite marchi con ampia visibilità, che tutt’ora sono delle istituzioni consolidate.
Ma tale mondo non si riconduce ad un’unica ed esclusiva nicchia: diversi stili propongono le proprie peculiarità atte a soddisfare specifiche esigenze. Però, quali sono effettivamente le tipologie più predisposte ad aggradare la volontà di una birra dal carattere amabile? Qualcuno forse non sa che la dicitura Quadrupel non è ufficialmente codificata dal BJCP (e tu… lo sapevi? cit.), ma è largamente sdoganata per indicare quelle birre scure dall’alto tasso alcolico. In base alle interpretazioni, possono essere più tarate verso un profilo dolce oppure direzionate verso un equilibrio funzionale che comunque mette in mostra spunti propensi ad evidenziare tali caratteristiche.
Brouwerij De Molen, nella sua gamma, ha voluto proporre una birra inquadrabile in questa categoria, chiamandola Zoet & Zalig (traduzione letterale = Dolce e Deliziosa) per andare subito dritti al sodo alimentando aspettative da confermare sul lato pratico.
Per aiutare la formazione di un profilo interessante, questa realizzazione da 9.3% ABV vede la partecipazione di tre elementi aggiuntivi, quali mele, uvetta e cannella.
ANALISI VISIVA.
La Zoet & Zalig abbozza una schiuma sottile che va a formare una piccola corona di colore crema, basata su una grana molto fine e poco incline al mantenimento. L’evanescenza media lascia sguarnito nel giro di non molto il corpo sottostante, caratterizzato da una colorazione bruna che viene enfatizzata dall’opacità interna nella quale si nota maggior predisposizione per trasparenze collocate nelle bordature esterne.
ANALISI OLFATTIVA.
L’intensità dei sentori è alta, in cui spicca la particolare vivacità di un aroma portante come quello del caramello, assecondato da parecchie derivazioni che riguardano la frutta rossa (fragola, amarena, ciliegia), sia in forma sotto spirito che in quella da frutto maturo. Scampoli di uvetta si aggiungono al mix, con un tocco cremoso e leggermente vanigliato. Trova pochissimo spazio la componente fenolica, mentre altri aromi (terziari) si impegnano per dare qualche sfumatura aggiuntiva, come marzapane, torta di mele cotte e gelato ai frutti di bosco. Non compare alcun avvertimento etilico, sintomo di un olfatto votato ad una pulizia parecchio invitante, seppur non dimostri la profondità riscontrabile in alcune altre colleghe catalogabili nel medesimo “stile”.
ANALISI GUSTATIVA.
La frizzantezza risulta fine, stimolante il giusto per aggraziare il sorso rendendolo agile, sensazione facilitata da un corpo medio dotato di una fisionomia che garantisce uno scorrimento che non fa trasparire nessuna parvenza di alcol. Tale sensazione è la conferma che in entrambe le fasi analizzabili i 9.3% ABV passano letteralmente sotto traccia.
L’ingresso del boccato è connotato da una tangibile dolcezza ricondotta al residuo zuccherino di stampo candito, assieme a chiari riferimenti di caramello e prugna. Appaiono presenti in questa fase anche le sensazioni fruttate riconducibili alla rossa colorazione (meno pungenti e meglio inserite nel contesto). La presenza speziata è rilevabile nella propria delicatezza, distinguibile in maniera leggera con note di cannella, noce moscata e chiodo di garofano. Il finale trova un buon bilanciamento con la derivazione luppolata che smussa e modella una dolcezza che di base rimane presente ma con molta minor intensità.
Il retrogusto trova stabilità tra l’imprinting speziato ed erbaceo, una commistione che esprime buona personalità per facilitare il richiamo del sorso.
IMPRESSIONI GENERALI.
La Zoet & Zalig basa la propria identità sulla piacevole interpretazione offerta che sorprende abbastanza per due cose in particolare: un bilanciamento eseguito egregiamente e la sorprendente assenza di segnali etilici sia al naso che nel gusto. D’altro canto però, è giusto segnalare altri dettagli che possono dare una visione globale dell’esperienza effettuata.
Se si è già reduci da approcci effettuati con produzioni di De Molen, non passerà di certo inosservato il filo conduttore che accomuna la maggior parte di esse. Si può avvertire una voluta mancanza di complessità alla base che fa la differenza tra un buon prodotto e qualcosa da poter catalogare come memorabile. Comunque sia, questa Quadrupel è sicuramente una realizzazione che può soddisfare appieno gli amanti di birre amabili, per una bevuta incanalata nelle specifiche insenature che vanno a determinare un livello strutturale adeguato in termini di percezione.
Questa etichetta può essere un utile esempio per avvicinare qualcuno al mondo del Belgio tinteggiato di scuro, per iniziarlo con prodotti interessanti sia per la propria qualità, ma anche per uno story telling efficace nel dare una marcia in più ad alcuni prodotti che possono raccontare autonomamente storie avvincenti.
NOME BIRRA: ZOET & ZALIG
BIRRIFICIO: De Molen
STILE: Quadrupel
ABV: 9.3%
FORMATO: BOTTIGLIA, 33 cl.
SCADENZA: 25/08/2025
BEVUTA IL: 23/01/2024
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