Alcuni produttori europei, che nel corso dell’ultimo decennio hanno avuto una crescita esponenziali in termini di vendite e di fama, hanno avviato interessanti progetti collaterali che spesso hanno portato all’esplorazione del mondo Sour.
Non tutti sanno, che tra le infinite etichette di Brewdog rilasciate nel corso del tempo compaiono delle proprie produzioni che fanno parte della linea Overworks. Infatti, l’ambizioso e intraprendente piano di lavoro ha visto la costruzione di un apposito spazio per permettere la tranquilla e serena realizzazione di birre a fermentazione spontanea. Ciò è stato voluto (e necessario) per evitare possibili contaminazioni con l’impianto dedicato alle birre più regolari, onde evitare problematiche di difficile gestione. Questo progetto è stato sviluppato da un team specifico che si occupa della ricerca di determinati ceppi di lievito, da isolare e proliferare per l’utilizzo di essi all’interno delle birre in questione. Le maturazioni avvengono nella vasta bottaia costituita da barili e tonneaux nuovi o che hanno già una vita pregressa.
Cosmic Crush è una mini linea che prevede l’utilizzo di un determinato frutto in ognuna, con conseguente affinamento in botte che aiuta ad aumentare equilibrio e complessità.
La prima che andiamo a scoprire è la Cosmic Crush Peach Sour, Fruit Sour/Wild Ale da 5.6% ABV che prevede più varietà di cereali come base portante: malto d’orzo, malto di frumento, avena e farro. Come si evince dal nome, il frutto selezionato in questa occasione è la pesca (coltivata in Campania) che viene immessa durante la fase di fermentazione. Il seguente passaggio avviene in foeders di vino rosso, nella fattispecie si tratta di Sangiovese, botti che provengono direttamente dall’Emilia Romagna.
Non è dato sapere la tempistica di riposo di questa specifica fase, ma possiamo facilmente intendere come questa birra abbia un carattere spiccatamente italiano.
ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.
La Cosmic Crush Peach Sour dimostra una schiuma parecchio fugace, udibile nella propria scomposizione dettata da una elevata effervescenza. In quei pochi attimi che essa rimane presente, si può affermare che tale elemento abbia grana fine e sia caratterizzata da una bianca colorazione.
Il corpo della birra è perfettamente omogeneo alla vista, completamente opalescente tanto da sembrare un vero e proprio succo di frutta. Il colore trova perfetta attinenza a quello del frutto coinvolto in questa lavorazione, ovvero la pesca, grazie al quale riesce a rilasciare una tinta descrivibile sull’arancio chiaro tinta pastello.
L’intensità dei sentori è alta, da esaminare attentamente soprattutto nelle primissime battute che appaiono particolarmente mutevoli. Gli iniziali sentori vinosi rimandano direttamente alla botte, per poi risultare assopiti nelle successive tempistiche che tendono a favorire gli aromi selvaggi (parecchio eleganti) ottenuti dal brettanomyces (cuoio, leggera spezia, lattico). Il tono con cui si può rilevare l’accezione fruttata di pesca è brillante e fresco, in grado di mantenere una linea abbastanza pulita che viene intersecata da rimandi legnosi e qualche divagazione floreale/fruttata di stampo rosso (uva, fragola, amarena, ciliegia).
La frizzantezza è fine, funzionale nell’inebriare il palato per fornire la giusta vitalità al sorso. Il corpo è facile e scorrevole, in grado di dimostrare rotondità favorevole per coinvolgere l’intero boccato. L’ABV si presenta corrispondente nell’effettività, snello nell’incedere e costante nella propria natura.
Nel gusto si evince sin da subito una discreta morbidezza che non rende estrema la bevuta. Il picco di acidità (piaciona, non troppo spinta) si lega perfettamente con il livello massimo raggiunto dalla carbonatazione, per intraprendere poi una parabola discendente funzionale ad esprimere le sfumature più promettenti del frutto protagonista. Di contorno, aggiungono complessità le note legnose e brettate, con finale che tende al vinoso dimostrando ulteriori margini che offrono l’assist ideale alla riproposizione di frutta rossa di bosco. La componente lattica ripulisce adeguatamente il palato, con una sfumatura tannica nella giusta portata che non crea distrazioni.
Il retrogusto è lungo, delineato da una patina che prolunga la sensazione di pesca, favorita da una secchezza non totale e una scia lievemente vanigliata che aiuta l’estensione gustativa.
Se l’idea di partenza doveva essere essenzialmente ricondotta ad una proposizione di una birra acida alle pesche, tale concetto è molto meno banale di quello che le aspettative potevano far presagire. La conduzione generale è architettata nel miglior modo possibile, grazie ad un’acidità abbordabile per chiunque, tanto da esaltare la freschezza e favorire l’apporto dissetante. La risposta ottenuta sulla componente fruttata trova attinenza specifica e conseguente ampliamento grazie alla fase di maturazione efficiente nel conferire personalità e carattere ad una birra semplice da bere, ma altamente espressiva.
Parecchio azzeccato il formato 50 cl, che rende giustizia ad un’esperienza da assaporare dalla prima all’ultima goccia.
NOME BIRRA: COSMIC CRUSH PEACH SOUR
BIRRIFICIO: Brewdog Overworks
STILE: Fruit Sour/Wild Ale
ABV: 5.6%
FORMATO: BOTTIGLIA, 50 cl.
LOTTO: 021
SCADENZA: 04/06/2024
BEVUTA IL: 01/05/2023
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