RECENSIONE: BREWDOG OVERWORKS – COSMIC CRUSH RASPBERRY SOUR

Torniamo a parlare del progetto OverWorks di Brewdog, sezione del birrificio che ha sede ad Ellon, Scozia, dedicato esclusivamente alle fermentazioni spontanee. La ricerca ed il lavoro svolto per dare vita a birre appartenenti al filone Sour è effettuata da un team di persone che si dedicano esclusivamente a questa tipologia, il cui ruolo è quello di poter decidere varie aggiunte ed il tipo di affinamento da attuare.
La linea Cosmic Crush è stata creata con il preciso intento di immettere sul mercato delle Fruit Sour/Wild Ale con elementi caratterizzanti in ognuna, oltre ad una maturazione ideale che non risulta essere il filo conduttore di ciascuna. Dopo mesi di sperimentazione e ricerche in laboratorio, Brewdog ha selezionato ed isolato la propria cultura batterica, il cui nome è Cher Ami. Si tratta di un qualcosa di fondamentale per la redazione delle birre appartenenti al progetto OverWorks, in quanto Cher Ami va a delineare in modo unico le identità di questi prodotti.
La seconda etichetta che andiamo ad analizzare di questa mini serie è la Cosmic Crush Raspeberry Sour: come evidenzia il nome, il frutto protagonista in questo caso è il lampone. L’affinamento è analogo a quello della Cosmic Crush Peach Sour (per leggere la recensione, CLICCA QUI), avvenuto tramite barili che precedentemente hanno contenuto Sangiovese, un vino rosso tipico della zona corrispondente all’Emilia Romagna.

Recensione Review Brewdog Overworks Cosmic Crush Raspberry Sour

ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.

La Cosmic Crush Raspeberry Sour propone una schiuma evanescente, poco propensa al mantenimento, tanto da risultare udibile nella sua rapida dipartita. La grana risulta fine, in grado di mantenere una forma regolare nei pochi attimi utili alla propria comparsa.
Il corpo è caratterizzato da una colorazione classificabile sull’arancio dalla sfumatura abbastanza cupa, dettaglio sottolineato da una velatura leggera uniforme che si diffonde in maniera omogenea in tutto il liquido. Tale aspetto non crea un ambiente ostile alle trasparenze che, in qualche modo, riescono a fare breccia per fornire un senso di leggerezza luminosa e solare. Al centro del bicchiere si può notare un turbinio creato dalle bollicine che appaiono intente nella risalita verso la parte del liquido posta nella sommità.

L’intensità olfattiva è davvero straripante: negli attimi del versaggio si viene letteralmente travolti dal profumo di lampone che invade inevitabilmente l’ambiente circostante. L’accezione con la quale esso si manifesta è assolutamente gradevole, invitante per la propria costanza che attesta un’aromaticità ancora piuttosto in forma. Oltre a tale sentore portante, che man mano devia su reminiscenze di marmellata e torta del suddetto frutto, sfumature secondarie di cuoio e legno sostengono ed ampliano lo spettro degli aromi. Si palesano eleganti implicazioni vinose a dar man forte nelle retrovie, soprattutto in quei momenti in cui il lampone permette qualche suggestione associabile ad altre tipologie di frutti a bacca rossa, come fragola, ciliegia e frutti di bosco.

La bollicina risulta sottotraccia rispetto all’acidità presente, sensazione da non mal interpretare. Il corpo è medio, agevole nella bevuta e adatto all’intero supporto della complessità presente.
Nel gusto, l’accoglienza della bevuta è dettata da quella che generalmente è chiamata “tartness, ovvero asprezza, che si pone in modo non troppo arrogante e che risulta funzionale nel favorire e trascinare aromi che caratterizzano l’andamento della fruizione da metà sorso in poi. Buona è la definizione sul legno, che assieme ad un lampone meno brillante rispetto la debordante rivelazione olfattiva suggerisce tratti vanigliati e lievemente vinosi. La dinamica dell’assaggio è da considerarsi tutto sommato positiva. Barlumi secondari/terziari fanno riferimento ad un’acidità che ricorda il limone e in piccolissima parte lo zenzero. Il finale è all’insegna di un timbro più morbido, che trova il capolinea in note più dolci associabili all’uva rossa, quindi diretto rimando al vino contenuto precedentemente nelle botti utilizzate per l’ultimo step della maturazione.
Il retrogusto elargisce una secchezza accentuata con nota tannica gradevole, per assicurare al palato una buona pulizia che risulta funzionale con la propria accezione asciutta.

Recensione Review Brewdog Overworks Cosmic Crush Raspberry Sour

La Cosmic Crush Raspeberry Sour è un’ottima Fruit Sour/Wild Ale che rispecchia le aspettative. L’olfatto è un qualcosa di strepitoso, con l’ondata emanata dal frutto protagonista che spiazza per quanto riesce ad esser incisiva ed importante. La bevuta si assesta su un profilo maggiormente equilibrato, intento a lasciar spazio ai dettagli che risultano captabili in maniera chiara per fornire un’esperienza parecchio completa.
Esperienza che propaga soddisfazione, per un risultato centrato e raggiunto nel modo più appropriato possibile.

Recensione Review Brewdog Overworks Cosmic Crush Raspberry Sour

NOME BIRRA: COSMIC CRUSH PEACH SOUR
BIRRIFICIO: Brewdog Overworks
STILE
: Fruit Sour/Wild Ale
ABV: 5.8%
FORMATO: BOTTIGLIA, 50 cl.

LOTTO: 001
SCADENZA: 06/02/2024
BEVUTA IL: 06/06/2023

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