RECENSIONE: PÕHJALA – LIQUID PIÑATA

Da un po’ di tempo a questa parte Põhjala si sta impegnando per elevare le proprie produzioni più complesse ad un livello che sembra non avere limiti. Nel proprio comparto denominato Cellar Series, ovvero la sezione dedicata agli affinamenti in botte, il birrificio estone sta esplorando tecniche sempre più chirurgiche per regalare ai propri affezionati esperienze uniche e altisonanti.
Liquid Piñata è una di queste realizzazioni, creata sulla base di un blend tra Barley Wine e Imperial Stout. Solo a leggere la composizione della ricetta si può intuire la difficoltà che già sta alla base di tutto ciò: complessivamente sono stati impiegati 24 tipologie di malti differenti, più l’utilizzo di zucchero candito e muscovado e sette varietà di luppolo.
Ad arricchire tutto ciò, ovviamente non risulta banale anche la scelta dei barili selezionati per l’affinamento. Infatti, il mosto fermentato è stato suddiviso in tre parti, per una maturazione diversificata che ha trovato poi l’espressione definitiva nel blend finale che ha suggellato ciò di cui possiamo godere in questa bottiglia da 33 cl. Le botti di Sciroppo d’acero, Tequila e Bourbon sono state il teatro del riposo utile a conferire ulteriore complessità al profilo generale di questa birra. Il blend finale poi è stato a contatto per breve tempo con due varietà di vaniglia, Mexican e Bourbon del Madagascar.
A memoria, quello della Liquid Piñata si attesta come uno dei progetti più impegnativi ed ambiziosi realizzati da Põhjala.

Recensione Review Pohjala Liquid Piñata

ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.

La Liquid Piñata si presenta con una schiuma leggera ed essenziale, connotata da una colorazione descrivibile come nocciola scuro e supportata da una grana finissima nella permanenza frivola con la quale essa riesce a manifestarsi.
Il corpo della birra è di colore nero, visivamente massiccio e caratterizzato da un’opacità abbastanza marcata che ripudia ogni tentativo esterno di intromissione.

L’intensità aromatica, neanche a dirlo, è altissima, espressa da una complessità notevole e parecchio articolata. La spiccata dolcezza caratterizza i primi momenti captabili al naso, con associazione alla melassa, zucchero muscovado, miele, sciroppo d’acero ed una liquorosità che va a ricordare un Ruby Porto. Successivi sono alcuni inserimenti di frutta scura come uvetta e prugna, assecondati dalla vaniglia che trova spazio assieme a rimandi legnosi (con una lievissima nota fumè) e tabacco. Questo frangente si può definire “flambè” per le connessioni olfattive emanate che vanno proprio a rimembrare un Bourbon arricchito da altri elementi sottoposti a fiamma, ricordando il procedimento dedicato ai barili destinati ad ospitare tale distillato. L’euforia aromatica iniziale trova poi uno stemperamento fisiologico che determina la stabilizzazione di un profilo più “semplificato” (tra virgolette, perché comunque il livello di laboriosità è comunque notevole anche in fase calante). Cioccolato fondente e al latte, savoiardo imbevuto nel caffè e caramello scuro sono coloro che vanno a caratterizzare la coda dell’olfatto, in cui l’alcolicità risulta delicatamente presente apparendo morigerata e senza velleità di disturbo.

La frizzantezza risulta scarna, lievemente abbozzata in una calibratura corretta per assecondare un corpo pieno, deciso, avvolgente e viscoso, pensato e realizzato per poter trascinare al meglio ciò che la bevuta porta con sé.
Nel gusto, l’avvio dell’assaggio ondeggia su un’amabilità definita da incastri mielati, di zucchero candito, melassa e sciroppo d’acero, quindi abbastanza analoga alla primissima fase olfattiva. L’introduzione successiva costituisce un ponte funzionale che viene elaborato da picchi speziati come pimento giamaicano e ginepro, con chiari inserimenti di tequila in cui l’agave è abbastanza distinguibile. Il percorso intrapreso dal sorso ha ancora molto da poter offrire, grazie ad una virata abbastanza decisa su aromi importanti di cioccolato fondente coadiuvato da leggera vaniglia che opera in maniera funzionale per assopire ed attutire i tratti più pungenti che si sono succeduti fino a questo momento. Il finale mette in mostra qualche spunto derivante dalla botte di Bourbon, con tabacco bruciato e quercia a sancire un epilogo ancora non completamente arrivato al capolinea, in cui note di cacao abbastanza lunghe cercano di semplificare la conclusione dell’esperienza.
Il retrogusto ripropone picchi di cioccolato fondente parecchio persistenti, quasi liquorosi nella propria proposizione che viene assecondata dai rimandi di Tequila e Bourbon che apportano un deciso spunto etilico abbellito da una sfumatura funzionale di legno carbonizzato e frutta secca, nocciola e noce di cola in particolar modo.

Recensione Review Pohjala Liquid Piñata

Se siete arrivati sin qui con la lettura, avrete potuto constatare quanto si sia rivelata complessa ed intricata la descrizione di questo prodotto. Liquid Piñata rappresenta al meglio il livello successivo della sfida auto imposta da Põhjala, sempre alla ricerca di territori scomodi e azzardati in cui praticamente nessuno ha ancora voluto cimentarsi. Il risultato ottenuto con questa creazione fa intendere che la strada intrapresa sin qui è solo uno dei primi check point per acquisire consapevolezza nei progetti futuri dediti al blending e al multi barrel aging.
Tali opere non fanno altro che fortificare la nomea di Põhjala, uno dei birrifici più solidi e rassicuranti nel panorama delle birre da meditazione.

Recensione Review Pohjala Liquid Piñata

NOME BIRRA: LIQUID PIÑATA
BIRRIFICIO: Põhjala
STILE: Stoutwine
ABV: 13%
FORMATO: BOTTIGLIA, 33 cl.

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