Per ogni birra che beviamo, di qualsiasi birrificio si tratti, molto spesso sappiamo poco o nulla della storia che la caratterizza. Soprattutto quando esiste una nemesi che è precedente all’ufficiale avviamento di un impianto produttivo professionale.
La maggior parte delle volta diamo per scontato ciò che siamo intenti a sorseggiare, senza riflettere sul fatto che quella bevanda che tanto ci piace è frutto di un lungo lavoro di ricerca e perfezionamento, riassunto nella propria identità all’interno di un bicchiere. E visto che la Orange Bock di Birrificio Rurale, Bock da 7% ABV, è uno degli esempi che più incarna questa evoluzione, vorrei raccontarvi la sua storia partendo dagli albori.
La ricetta della Orange Bock prende vita in una delle tante serate trascorse con gli amici in uno scantinato qualunque, come gran parte delle birre che abbiamo la possibilità di assaggiare tutt’ora. Le produzioni casalinghe sono l’incipit che permettono di valutare il grande salto, quello di passare dai comuni e spartani bidoni dell’homebrewing ad un impegno molto più professionale come l’apertura di un vero e proprio birrificio. Prima del capitolo iniziale di Rurale, che si è svolto in quel di Certosa di Pavia, Lorenzo Guarino era impegnato – lavorativamente parlando – presso una ditta tedesca che gli permetteva di trascorrere buona parte del tempo in terra teutonica. Proprio in questo lasso temporale, il tutt’ora birraio del birrificio di Desio (attuale sede dello stabilimento produttivo) ha modo di familiarizzare con le Bock.
Il colpo di fulmine avviene con alcune interpretazioni di birrifici a conduzione familiare di modeste dimensioni, come quelli che possiamo ancora trovare nella parte più alta della Baviera, ovvero la Franconia (se mai doveste andare a Bamberga e dintorni consiglio spassionatamente di non additarli come bavaresi, non la prenderebbero bene). Queste versioni si differenziano dalle più comuni industriali per una fisionomia diversa e per un taglio più entusiasmante sotto il profilo della bevuta, portando con sé un finale che richiama una secchezza che comunemente è poco avvezza alle Bock più tradizionali. Anche la componente amaricante è più presente e ciò va a delineare due correnti di pensiero rese in modo pratico per l’uso e consumo degli avventori locali, portati ad un gusto diverso in base alla propria territorialità.
Lorenzo quindi decide di tornare a casa con questo bagaglio di esperienze per provare a replicare, o meglio, fornire la propria elaborazione sul tema Bock: la base dei malti è costituita da Pils, Monaco I e Monaco II, con una distribuzione di percentuali funzionale per impartire un profilo più snello possibile che possa esaltare la secchezza finale. Le sfumature aromatiche sono affidate ad un luppolo americano, il Cascade, e Lorenzo decide di ricorrere ad una pennellata completamente personale per conferirle ulteriore unicità: in aggiunta troviamo anche scorza d’arancia.
Come potete già intuire, la composizione generale della ricetta esce dai canoni tipici e popolari delle Bock più conosciute, ma l’intento è quello di accalappiare chi normalmente fatica a bere questo stile per una spiccata dolcezza di base generale.
ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.
La Orange Bock è in grado di instaurare una schiuma color beige/crema chiaro, definita grazie ad una bollicina fine che ricama qualche pertugio nella propria ritirata. La consistenza è morbida e pannosa, caratteristiche che permettono una buona tenuta a livello temporale.
Il corpo della birra si tinge di una colorazione ambrata abbastanza carica, con trasparenze parecchio diffuse (merito del confezionamento in isobarico che lascia residui meno residui possibili all’interno dell’involucro) per emanare una leggerezza visiva piuttosto accentuata.
L’intensità dei sentori è medio/alta, la cui apertura olfattiva è instradata da una discreta amabilità che mette subito in mostra tratti di arancia dolce (polpa). L’andamento che ne consegue è impartito da un equilibrato avvicendamento dove la componente maltata stabilisce la base sensoriale su note di caramello, miele e biscotto di media cottura. In questa coltre di aromi, c’è ancora spazio per qualche sprazzo che ricorda l’arancia, in questa fase più simile all’essenza degli olii essenziali. Il Cascade, in questi frangenti, svolge un ruolo minore nell’apportare leggere note floreali intrise da lievi e fugaci sfumature erbacee.
La frizzantezza è minima e perfetta per l’interpretazione stilistica redatta. Il corpo, inizialmente, manifesta una parvenza piena ma allo stesso tempo in grado di sciabolare un’agilità che non ti aspetti. I 7% ABV sono molto ben celati, affrontabili con indubbia scioltezza.
Nel gusto, la dolcezza passeggera in avvio di boccato, dettata dal rilascio delle due tipologie di Monaco, si traduce in caramello e biscotto, ottimo contraltare per la luppolatura presente. Quest’ultima, infatti, non indugia un solo istante a divulgare la propria anima erbacea in modo dirompente. Nel mentre, le sensazioni di scorza d’arancia si inseriscono in questo mix ben calibrato e perfettamente in sintonia.
Il retrogusto risulta pulito grazie ad una secchezza utile ad alimentare una bevuta non impegnativa, con finale amaro abbastanza prolungato che invoglia un richiamo immediato del sorso.
La Orange Bock non è la solita Bock: è bene mettere i puntini sulle i parlando di questa produzione.
Gli amanti delle interpretazioni più tradizionali ricercano un corpo più pieno e deciso, con un profilo ampiamente votato su una dolcezza dilazionata per tutta la durata della bevuta. Qui, invece, parliamo di una birra volutamente fuori da questi canoni, da valutare per la nuda e cruda resa nei propri termini impostati: non vi accorgerete facilmente dei 7% ABV, perché nel mentre sarete più concentrati a trangugiare il contenuto del bicchiere con estrema e disarmante facilità.
NOME BIRRA: ORANGE BOCK
BIRRIFICIO: Rurale
STILE: Bock
ABV: 7%
FORMATO: BOTTIGLIA, 33 cl.
CODICE LOTTO: L1458
SCADENZA: 03/07/2023
BEVUTA IL: 20/12/2022
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