RECENSIONE: MENARESTA – LA VERGUENZA

Possiamo iniziare questa lunga premessa dicendo che tale birra si può annoverare tra quelle da provare assolutamente almeno una volta nella vita (e fidatevi, che non sarà l’unica). Il motivo? La storia della quale è caratterizzata è parecchio originale e per molti tratti anche particolare.
Partiamo con un presupposto: La Verguenza di Menaresta è sin dalla sua nascita una birra considerata storica per più motivi: non era ancora il 2010 e tale realizzazione si poneva tra quelle più luppolate prodotte in Italia, venendo annoverata come una delle migliori interpretazioni sul tema IPA.

Ma andiamo a ritroso, alla nemesi di tale etichetta. La Verguenza, per come la conosciamo ora, ha subito delle modifiche che l’hanno portata ad un perfezionamento sotto tutti i punti di vista, trovando la quadra perfetta negli ultimi anni anche in relazione alla risposta di un pubblico che continua ad apprezzarla anno dopo anno. E quindi, come si manifestava agli albori?
La ricetta originale venne presentata ad un concorso Home Brewing nel dicembre 2008, tenutosi presso l’allora sede di Birrificio Italiano a Lurago Marinone (dove ora sorge solamente Il Birri, mentre la produzione è stata poi localizzata a Limido Comasco).
Il tema della giornata riguarda proprio il mondo delle IPA: la folta giuria presieduta da nomi illustri e tutt’ora ampiamente conosciuti nel mondo brassicolo italiano, è tenuta a valutare 23 creazioni. Tra i partecipanti compare anche un giovane di buone speranze che risponde al nome di Marco Valeriani (sì, proprio lui, 2 volte vincitore di Birraio dell’Anno e attualmente titolare di Alder), che si presentò a tale concorso con la propria ricetta. Marco all’epoca lavorava nel neonato Birrificio Menaresta, che si accingeva a costituire il proprio catalogo nel corso dei primi anni di vita.
La sua creazione si classificò 22esima: sì, penultima.
Ma la manifestazione non prevedeva solamente una classifica ufficiale dettata dai giurati: infatti, in parallelo era stata stilata un’ulteriore graduatoria che faceva riferimento al gradimento del pubblico presente a tale evento.
Ne risultò che la N. 3 (nome con cui Marco iscrisse tale birra) ebbe un ampio consenso tra i presenti che parteciparono al contest in questione, trovandosi piazzata al secondo posto con 187 punti (il terzo classificato ne ricevette 128). Il tutto è documentato in un video che definire storico è poco, che potete trovare al seguente link, CLICCA QUI.

La ricetta ovviamente venne replicata poi sull’impianto di Birrificio Menaresta, e memore di quell’esperienza, la birra venne battezzata come “22 La Verguenza”, per ricordare quell’infausto piazzamento.
Come sottolineavo all’inizio della premessa, La Verguenza attuale prevede aggiustamenti e qualche cambio per quanto concerne la luppolatura (e non solo). I protagonisti del giorno d’oggi sono Citra, Columbus, Simcoe, Centennial ed Amarillo, utilizzati anche in dry hopping. Ciò che è rimasto invariato è l’ABV, 7.5% che si inseriscono perfettamente per contestualizzare tale creazione nel range delle Double IPA. I numerosi riconoscimenti ottenuti nel corso degli anni hanno sancito l’importanza qualitativa di un prodotto che ha fatto da traino ed ispirato molti altri produttori che si sono affacciati alla ribalta negli anni a seguire.

Ma non tutto è perduto: se per ragioni di età o di tarda conoscenza del Birrificio Menaresta vi siete persi la ricetta originale e la curiosità vi attanaglia in tal senso, non temete, perché per un periodo limitato dell’anno potrete soddisfare tale voglia.
Dal 2021 sono stati indetti i Verguenza Days, una manifestazione che si tiene a inizio giugno e per il quale si celebra La Verguenza in svariate forme. Infatti, vengono create diverse varianti sul tema, ed una di queste è La Vecia Verguenza, in collaborazione proprio con Marco Valeriani che replica gli appunti originali sull’impianto in cui ha iniziato la propria carriera professionale.

Recensione Review Menaresta La Verguenza

ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.

La Verguenza si presenta con una schiuma bianca dal tratto fine, confortevole nella propria manifestazione che garantisce omogeneità e un’ottima legatura, al fine di preservare una persistenza più che accettabile.
Il corpo della birra si attesta su cromature dorate abbastanza cariche, con sfumature che sfociano nell’arancio pallido. L’aspetto è delineato da una velatura soffusa, totalmente dispiegata all’interno della pinta, che va a costituire un impatto visivo uniforme.

L’intensità degli aromi è alta, sintomo di una buona trasmissione dettata dalla fase di dry hopping. La piattaforma maltata esala leggeri profumi biscottati ed agisce come impalcatura ad una selva di sentori che si manifesta grazie a profumi variegati. Si passa dalla pesca all’arancia dolce, dal mandarino al passion fruit, dal mango al floreale. Queste ultime sensazioni accompagnano l’affievolimento graduale, a conclusione di una notevole espressione aromatica distribuita durante tutto l’arco temporale.

La frizzantezza è tattilmente molto fine per stuzzicare il palato ammiccando in modo compiacente, funzionale nel creare una relazione positiva con un corpo dalla struttura media nel quale i 7.5% ABV sono ben celati, confermando un andamento ampiamente scorrevole nella bevuta.
Nel gusto, la sensazione maltata iniziale (con picchi amabili) si ripercuote alla lettera in avvio di boccato, per un’accoglienza della luppolatura che diffonde una buona carica fruttata (maggiormente su toni da scorza d’agrume). Il tutto va di pari passo con una tara amaricante sensibile ma in perfetta linea con l’intelaiatura messa in cantiere. Il sorso dimostra ottima coerenza dall’inizio alla fine, per una perfetta amalgama che esalta una fruizione veramente godibile.
Il retrogusto offre spunti erbacei e leggermente speziati derivanti dall’utilizzo abbastanza spinto dei luppoli, con l’amaro che si manifesta nella giusta portata a coronamento di un’esperienza tangibile e memorabile.

Recensione Review Menaresta La Verguenza

La Verguenza costituisce un pezzo di storia brassicola italiana che arriva sino al giorno d’oggi con tutti i perfezionamenti del caso. Si tratta di una Double IPA in grado di farsi notare particolarmente per essere decisamente pericolosa a livello di bevuta, strutturata su una luppolatura che infonde il pieno potenziale della ricetta attuata. Consigliatissima per gli amanti delle alte gradazioni dalla fisionomia snella.
Una lezione che qualcuno ha imparato a posteriori e che, fortunatamente, ha trovato il giusto apprezzamento per poter essere annoverata come una delle Double IPA italiane più incisive alla quale affezionarsi.

Recensione Review Menaresta La Verguenza

NOME BIRRA: LA VERGUENZA
BIRRIFICIO: Menaresta
STILE: Double IPA
ABV: 7.5%
FORMATO: LATTINA, 33 cl.

CODICE LOTTO: L78
INLATTINATA: 03/2022
SCADENZA: 01/2023
BEVUTA IL: 17/07/2022

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