Prima o poi doveva succedere anche per un birrificio storico come Schneider: le logiche di mercato ai giorni nostri non risparmiano nessuno. Negli ultimi anni è sempre più frequente vedere nomi altisonanti deviare dal proprio percorso principale, radicato e consolidato nella tradizione per la quale la filosofia di produzione è stato il proprio punto di forza. Schneider, come ormai ben sappiamo, è il rappresentante numero 1 al mondo per quanto riguarda le birre a base di frumento. Diverse sono le etichette proposte, ognuno degna rappresentante dell’identità che viene riposta nelle singole ricette.
Il 2023 ha portato una ventata di aria fresca: nei primi mesi dell’anno ha fatto la propria comparsa una nuovissima birra, ideata grazie alla collaborazione di una folk-band bavarese che risponde al nome di LaBrassBanda.
Love Beer, questo il nome di tale elaborazione, è una Weizen da 4.9% ABV redatta grazie ad una base composta da frumento e malto d’orzo, sulla quale le varietà di luppoli Hallertau Tradition e Hallertau Hercules vanno a definire il classico imprinting tedesco, dall’amaro contenuto (20 IBU) come previsto per lo stile.
In Italia la presentazione ufficiale di questa nuova release di Schneider è avvenuta all’interno del Beer & Food Attraction tenutosi nei padiglioni fieristici di Rimini, manifestazione storica a livello nazionale in cui il beverage è il tema portante.
ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.
La Love Beer si presenta con una testa pannosa di colore bianco, caratterizzata da una coltre morbida e soffice che permette una discreta persistenza grazie ad una trama fine che evolve nella scomposizione.
Il corpo della birra identifica un livello cromatico associabile all’ocra chiaro, con sfumature che vanno a rappresentare una luminosità spenta e scialba. L’aspetto mette in mostra un’opalescenza totale ed omogenea, composta da tratti aranciati tendenti al pallido nel momento in cui si ci si trova in prossimità di bagliori lucenti.
L’intensità dei sentori è medio/alta, evidenziata grazie ai forti profumi di uva spina che delineano un bouquet aromatico che non presenta come primaria la classica e scontata indicazione che possiamo trovare nelle Weizen, ovvero la banana. Ciò non significa che tale aroma sia assente: infatti, mela e banana (da media maturazione) subentrano con eleganza nel profilo che man mano va a costituirsi, nell’avvolgenza floreale (fioriture bianche) che si distingue per il proprio tono grazioso. Il frumento propone qualche fugace accenno inaspettato di cracker, con ulteriori indicatori come pera ed albicocca acerba che si inseriscono lungo il percorso. Quello che si presenta al naso è sicuramente un’architettura olfattiva interessante, non banale e particolarmente articolata per lo stile trattato.
La frizzantezza risulta fine al palato, briosa senza eccedere nell’intensità che di solito si può annoverare nelle Weizen (tasso alto di bollicina è previsto da disciplinare). Ciò crea una relazione funzionale con l’agilità dimostrata dal corpo, che a tratti appare quasi scivoloso ma comunque ideale per convincere il boccato con un ABV fedele a quanto dichiarato in etichetta.
Nel gusto, il frumento detta la giusta direzione con quel pizzico di acidità riconoscibile, che nelle Weizen è sempre un piacere ritrovare quando viene espresso nella maniera più corretta possibile. Il sorso prosegue principalmente su rimandi maltati di cracker e fieno fragrante, assecondati da una minuta rappresentanza costituita da sapori che richiamano uva spina, floreale bianco primaverile e sottilissimi accenni speziati che vanno ad instradare la repentina conclusione donata da sprazzi vagamente vanigliati.
Il retrogusto si fa carico dei residui leggermente amaricanti necessari per l’equilibrio ideale, coadiuvati da una secchezza adeguata e fondamentale.
Per chi non ama particolarmente l’aroma di banana, e quindi evita le Weizen a priori, ho una notizia da dare: date una possibilità a questa birra. La propria personalità la colloca fuori dal calderone classico delle rappresentanti dello stile, con ammiccamento (molto grossolano) al mondo delle Witbier (o come siamo più abituati a chiamarle, Blanche). La bevuta risulta agevolata nel miglior modo possibile per rendere l’esperienza altamente appagante grazie all’apporto molto dissetante della quale questa birra è costituita.
Stravagante, moderna, al passo con i tempi: anche i birrifici secolari sanno uscire dalla propria comfort zone per intraprendere sperimentazioni ed azzardi che, come in questo caso, si confermano essere molto validi e soprattutto apprezzabili sia dal proprio pubblico di riferimento, sia da nuovi possibili adepti.
NOME BIRRA: LOVE BEER
BIRRIFICIO: Schneider
STILE: Weizen
ABV: 4.9%
FORMATO: BOTTIGLIA, 50 cl.
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