VINTAGE: ACHELSE KLUIS – ACHEL 8° BLOND (201X)

Una storia travagliata, in continuo divenire e che a inizio 2021 ha subito l’ennesima mutazione. L’inizio di questa narrazione parte dal 1648 nella città di Achel, piccolo comune il quale perimetro è parte del confine che separa Belgio e Olanda. La cappella costruita in tale anno fu successivamente classificata abbazia nel 1686, senza però intravedere un futuro roseo da lì a breve, con la distruzione dell’edificio in quel periodo in cui si sviluppò la rivoluzione francese.
Solo nel 1844 fu ricostruito il monastero dagli allora monaci che risiedevano nell’abbazia di Westmalle, artefici qualche anno dopo dell’inserimento di un impianto produttivo che nel 1852 entrò in funzione per dare alla luce la Patersvaatije, una birra scura adibita a bevanda da consumare internamente.

Con l’avvento della Prima Guerra Mondiale, ecco l’ennesimo tentativo di cancellazione di questa storia: le truppe tedesche misero a ferro e fuoco larga parte del Belgio, e l’abbazia di Achel fu saccheggiata e smantellata pezzo per pezzo: 700 kg di rame furono rubati e portati in Germania, rendendo così vana la prosecuzione di ogni attività. Gli anni trascorrono e solo nel 1976 si ebbe un ritorno del nome Achel grazie ad un birrificio (Brouwerij De Kluis), con la messa in commercio di un prodotto a marchio Achelse Kluis, il cui “Kluis” alludeva lo stretto legame con questo stabilimento. Nel frattempo l’abbazia e il relativo impianto produttivo vennero ricostruiti per la terza volta grazie ai monaci di Westmalle e Rochefort nel 1998: appena tre anni più tardi fecero il loro debutto le etichette attuali Achel 8°.

Molto importante è stata la creazione di un’associazione atta a salvaguardare i prodotti trappisti: nel 1997 infatti, sei abbazie belghe tra cui Orval, Notre-Dame de Scourmont (Chimay), Westvleteren, Rochefort, Westmalle e Achel, più quella olandese di Koningshoeven (La Trappe e quello tedesco di Mariawald (chiuso nel 2018) fondarono la International Trappist Association.
Per rendere i prodotti più riconoscibili e legati ad un disciplinare rigido come quello trappista, fu introdotto un logo esagonale che contraddistingue le etichette di ogni birra in questione, attestando l’autenticità riconosciuta a livello mondiale (Authentic Trappist Product). L’associazione si ampliò con l’aggiunta nel corso degli anni di altre abbazie, come Spencer (la cui produzione di birra è ufficialmente terminata a Maggio 2022), Stiff Engelszell in Austria, Tre Fontane in Italia, Zundert in Olanda e Mount St. Bernanrd (che produce la Tynt Meadow) in Inghilterra.

Ma arriviamo a Maggio 2021, data fatidica per le sorti di Achel. Il birrificio da quel momento ha perso la possibilità di rientrare in questo club esclusivo, a causa del venir meno di uno dei tre principi fondamentali per poterne farne parte. Una nota ufficiale di padre Nathanaël Koninkx, abate di Westmalle, ha confermato come ad Achel non sia più attiva la comunità monastica all’interno dello stabile. Essendo i monaci di Westmalle coinvolti in prima persona nella produzione di essa, non si conoscono le sorti che il marchio Achel subirà nel corso del tempo: al momento sono ancora reperibili le quattro etichette facenti parte del catalogo, ma non con la costanza precedente.
In questa occasione andiamo ad analizzare una delle due realizzazioni disponibili in formato 33 cl, ovvero la Achel 8° Blond. Come si può ben notare, la bottiglia in questione è un pezzo vintage (anche se non troppo, in relazione alla data di preferibile consumo) essendo ancora riportato il logo che la identifica ancora come trappista.

Recensione Review Vintage Achelse Kluis Achel 8° Blond (201X)

ANALISI VISIVA.

La Achel 8° Blond forma una schiuma di colore bianco, fissa e pannosa e dal fare parecchio spumeggiante, caratteristiche che non insidiano una persistenza che risulta prolungata. La grana della bollicina è fine, coriacea nell’aggrapparsi al vetro, per una scomposizione comunque omogenea nel diradamento.
Il corpo della birra mostra tinte dorate abbastanza antiche, con buona limpidezza che irradia un profilo lucente e rigoglioso. Molto evidente è il turbinio al proprio interno, che denota elevata carbonatazione.

ANALISI OLFATTIVA.

L’intensità dei sentori è medio/alta, ancora positivamente in forma per poter usufruire di un olfatto la cui esterificazione è notevole: ampi scorci fruttati delle diverse varietà si aprono con vigore. Nella fattispecie, rilevabili sono i profumi di pesca, albicocca, pera, mela, scorza di limone e pompelmo. Il tutto è ben supportato da una base maltata che dona cereale fragrante e rustico, assieme ad una componente fenolica mite e delicata, tanto da non riuscire ad associare qualcosa di ben definito.

ANALISI GUSTATIVA.

La frizzantezza si conferma piuttosto vivace, come ci si poteva aspettare, per una bolla classica del Belgio più spinto. Il corpo è tutto sommato costituito da una fisionomia agevole, per un’accezione che tende a dare senso di pienezza nella seconda parte del sorso a causa di un’alcolicità che sale gradualmente.
Nel gusto, si ha l’impressione che il tutto sia più omogeneo e meno vario rispetto all’olfatto. La sezione dei cereali prende le redini della situazione e determina buona parte del boccato, dove in background sovvengono flebili connotazioni fruttate (distanti dalla forma avvertita al naso) e derivazioni fenoliche del lievito. Quest’ultime non risultano particolarmente arzille, a conferma di una globale staticità che si viene a creare durante il sorso. Il finale consegna comunque una nota erbacea di discreta lunghezza, assieme a qualche minimo accenno di buccia di salame, dalla portata comunque accettabile. Sul lungo periodo emerge anche un off flavour meno gradevole, associabile a cartone (anche se non nella sensazione bagnata).
Il retrogusto è costruito su un mix amaricante/dolce che non stabilizza la conclusione dell’esperienza su connotazioni pienamente secche, ma una suddivisione equilibrata che emana un bilanciamento tuttavia gradevole.

Recensione Review Vintage Achelse Kluis Achel 8° Blond (201X)

IMPRESSIONI GENERALI.

Questa Achel 8° Blond ha trasmesso le sensazioni di un decadimento fisiologico che non permette di esprimere i fasti migliori per un resoconto maggiormente veritiero in merito a tale prodotto. Ciò nonostante, il pezzo esaminato non presenta derive particolarmente dannose, con un olfatto ancora credibile ed accettabile e un boccato che mostra lacune nei tratti salienti.
Quella effettuata è un’esperienza che lascia la curiosità di una birra valutabile nel pieno della forma, ma questa è forse (stata) l’ultima delle occasioni per poter godere del lavoro in questione visto l’epilogo dell’abbazia, ancora avvolto in un turbolento futuro che non sembra essere speranzoso.

Recensione Review Vintage Achelse Kluis Achel 8° Blond (201X)

Recensione Review Vintage Achelse Kluis Achel 8° Blond (201X)

NOME BIRRA: ACHEL 8° BLOND
BIRRIFICIO: Achelse Kluis
STILE: Belgian Strong Ale
ABV: 8%
FORMATO: BOTTIGLIA, 33 cl.

IMBOTTIGLIAMENTO: XX/XX/201X
BEST BEFORE: 25/03/2022
APERTA IL: 07/06/2022

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