RECENSIONE: FUERST WIACEK - HOTLINE

Alcuni birrifici scelgono deliberatamente di concentrarsi su poche branchie dal quale attingere, tra tutte quelle disponibili. Per altri la scelta sembra ancor più testarda quando si tratta di esplorare uno stile in particolare, con relative escursioni che si fermano soltanto alle categorie che compaiono dal menù a tendina dello stile principale.
Fuerst Wiacek ha adottato questa filosofia: sperimentare in lungo e in largo le possibili combinazioni dettate da una vasta scelta di luppoli adatti per proporre delle IPA di carattere.
Una di questa è la Hotline, Double IPA da 8% ABV, nel quale compaiono Citra, Idaho 7 ed Amarillo.

ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.

La Hotline forma una schiuma bianca che inizialmente si manifesta pannosa e compatta. Progressivamente la sua struttura tende a smembrarsi, con una bollicina che si allarga sempre di più e la consistenza spumosa che abbozza un risucchio di sé stessa. Alcune volte questa scomposizione è dettata anche dalla percentuale di avena utilizzata, fattore da non trascurare in quanto questo cereale, se usato in dose eccessive, crea quest’effetto sulla schiuma.
Il corpo della birra è caratterizzato da un bel giallo pieno, dall’aspetto estremamente hazy e succoso.

L’intensità degli aromi è medio/alta: spicca l’ingente presenza della frutta tropicale, avvertibile su note di ananas, mango e papaya. L’agrume è un tratto secondario che si manifesta grazie a rimandi di pompelmo ed arancia. In mezzo a questa esplosione fruttata si può scorgere anche quella nota dank donata dalle resine, la quale diventa più nitida (ma non agressiva) quando i sentori tendono a stemperarsi.

La frizzantezza è buona in relazione al corpo che la Hotline mette a disposizione: setoso, vellutato e morbido, con un ABV che non menziona i suoi 8% ABV nel sorso.
Nel gusto, la riproposizione della componente esotica è rimarcata da notevole delicatezza. Colpisce soprattutto la linearità della bevuta che fa assaporare perfettamente gli avvicendamenti che si susseguono man mano. Un mix che risulta molto piacevole e assolutamente non difficile da affrontare.
Il retrogusto tinge una nota amara moderata, come previsto dallo stile e molto in sintonia con ciò che si è potuto avvertire precedentemente.

La Hotline, per ciò che ha saputo offrire, si rivela un gran prodotto per quella categoria tanto amata dai beer geekers odierni. Una spremuta di luppolo studiata nei minimi dettagli nel quale è effettivamente arduo trovare una virgola fuori posto.
Quando si ha un sorso che scorre magnificamente, un amaro dosato col calibro e un ABV che non si avvicina minimamente all’effettivo, l’obiettivo risulta più che centrato. Cosa volere di più da un prodotto così? Molto difficile dirlo.