Le collaborazioni, si sa, sono sempre utili per espandere il proprio nome e farlo conoscere il più possibile. Chi ne trae giovamento, la maggior parte delle volte, sono birrifici meno conosciuti, che si fanno trainare da chi ha più visibilità di loro. Questa volta, l’unione di due produttori coinvolti nello stesso progetto vuole esaltare l’orgoglio balcanico, entrato relativamente tardi nei meccanismi del comparto birrario artigianale.
Per l’occasione è stata creata la Hercules, una Double NEIPA da 8% ABV, che fa parte di un simpatico progetto che stanno portando avanti i ragazzi di Maskeron.
Il tema sul quale ruota questa idea è il circo, in particolare il lato itinerante che lo caratterizza. Infatti, ogni collaborazione redatta avviene con birrifici di paesi diversi dalla loro Croazia, con una prerogativa ben precisa: l’uso di varietà di luppoli ancora poco conosciuti.
La Hercules è interamente luppolata con il Medusa Neomexicanus, materia prima coltivata nella Yakima Valley da CLS Farms, un produttore a conduzione familiare, arrivato alla quinta generazione.
Un concept interessantissimo, che accentua ancor di più la curiosità di andare a scoprire questa creazione.
ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.
La Hercules costruisce una schiuma bianca dalla bollicina media, che inizialmente si manifesta con tratti compatti, che però tendono all’evanescenza precoce.
Il corpo della birra si attesta tra il giallo e l’arancio, il classico impatto visivo che sottolinea la massiccia opalescenza, quasi da essere scambiato per un vero succo di frutta.
L’intensità è media, dove si può percepire l’intera essenza del Medusa, fatta di note esotiche che ricordano ananas e mango, e folate balsamiche che tendono al floreale selvatico. La chiusura verte maggiormente sull’agrume con arancia e mandarino, e una leggerissima punta di frutto rosso, associabile alla fragola.
La frizzantezza è fine, per una buona associazione con lo stile trattato e soprattutto un’integrazione ideale con il corpo setoso e morbido.
Nel gusto, i rimandi all’ananas dettano la linea, instradando il sorso che lascia avvertire la nota alcolica, che riesce a mantenersi controllata per non risultare troppo pesante. Nelle fasi successive alla deglutizione, tornano le parvenze balsamiche, già captate al naso, che vanno ad ampliare un retrogusto dove l’amaro eccede leggermente andando a risultare leggermente harsh. Col trascorrere del tempo, emerge la parte etilica, che va ad alzare l’asticella della corposità a livello di bevuta generale.
La Hercules è un buon biglietto da visita per far conoscere questa variante di luppolo di nuova generazione conosciuto col nome di Medusa. La ricetta che lo prevede come single-hop aiuta a comprendere i tratti generali del quale esso è composto, con connotati che lo fanno esprimere positivamente in solitaria, grazie alla moltitudine di aromi che esso è in grado di regalare.
Sotto questo punto di vista, il Medusa non appare per nulla monotono o monocorde, anche se la struttura generale scricchiola in alcuni aspetti, dove soprattutto l’alcol crea qualche problemino.
Tutto sommato, la Hercules non è un prodotto studiato male, anzi, ma necessita di qualche accorgimento per una resa migliore e più efficace.
NOME BIRRA: HERCULES
COLLABORAZIONE: Lobik + Maskeron
STILE: Double NEIPA
ABV: 8%
FORMATO: LATTINA, 33 cl.
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