RECENSIONE: DE LA SENNE – ZINNE DE FLANDRES

Altra birra celebrativa per un traguardo importante: i 20 anni della Zinnebir, etichetta più famosa del catalogo di Brasserie De La Senne, costituiscono una filosofia tramandata sin qui, con idee e sogni ben precisi. La rivisitazione della ricetta che ha dato gli albori alla Zinnebir come la conosciamo tutt’ora (per leggere la recensione, CLICCA QUI) è stata riproposta nel primo capitolo di una saga composta da tre episodi. Infatti, la Ribenniz (per leggere la recensione, CLICCA QUI), è stata l’apripista per permettere a chi non provò l’allora prodotto (o chi già ebbe la fortuna di farne conoscenza, di tornare indietro nel tempo con un revival nostalgico) di conoscere le radici che hanno portato Brasserie De La Senne ad essere un birrificio rispettato nel cuore del Belgio. L’ulteriore esercizio di stile si chiama Zinne De Flandres: tra il 2007 e il 2010 i ragazzi di Brasserie De La Senne erano un “birrificio itinerante”, uno status che richiedeva l’appoggio di un impianto professionale per produrre le proprie birre. Tale ricerca trovò una risposta positiva in Francia, presso Brasserie Thiriez (stabilimento situato a 180 km dall’attuale base operativa di Brasserie De La Senne). L’incondizionata riconoscenza verso Daniel è stato il motivo fondamentale per instaurare questa collaborazione, il libero arbitrio nella costruzione della ricetta è stato affidato a colui che aiutò Bernard e Yves a coltivare la speranza di un futuro roseo e prolifico. Zinne De Flandres prevede una modifica sostanziale rispetto a Zinnebir: la luppolatura è costituita interamente da varietà francesi, raccolte presso la Comptoir Agricole, cooperativa presso la quale si appoggia Daniel per l’approvvigionamento di tale materia prima. Non resta che scoprirla, per esaminare immediatamente cos’ha comportato tale modifica rispetto le due già analizzate.

Recensione Review Brasserie De La Senne Brasserie Thiriez Zinne De Flandres

ANALISI COMPLESSIVA DELLA BIRRA.

La Zinne De Flandres compone una schiuma pannosa e soffice di colore bianco, strutturata su base fine e molto compatta. La costituzione parecchio spumeggiante determina una notevole persistenza, che trova ulteriore corrispondenza anche sulla buona tenuta che riesce a intrattenere in relazione alle estremità periferiche.
Il corpo della birra propone una colorazione dorata abbastanza carica, con sconfinamento sull’arancio chiaro. L’aspetto è dettato da un’opalescenza omogenea che garantisce una rifrazione vivace della luce, quasi illuminante.

L’intensità degli aromi è alta, delineata da un travolgente tono floreale che instrada il profilo olfattivo su un binario favorevole per una progressione molto interessante. I ricami che trovano spazio negli istanti successivi sono associabili a frutta a pasta gialla (pesca ed albicocca), che incontrano tratti maggiormente sciropposi, a base di mela e pera. Subentra una tangibile terrosità che trascina a dovere il lato erbaceo della luppolatura, preambolo perfetto per richiami speziati (pepe, chiodo di garofano) che indicano il rilascio fenolico del lievito. Quest’ultimo, in realtà, non è mai messo in ombra durante tutto l’arco olfattivo, anzi, viene esaltato da una combinazione che si addice parecchio grazie agli incastri perfetti di tutte le componenti e relative aromaticità coinvolte.

La frizzantezza è meno vigorosa rispetto lo standard di Brasserie De La Senne, apprezzabile comunque per la proposta che stiamo analizzando. Il corpo è fluente e coinvolgente, merito anche di una dimostrazione pratica che mitiga una sostanziale presenza alcolica rispetto a quella dichiarata.
Nel gusto, si può subito constatare la buona attinenza con le premesse olfattive. La base su cui è incentrata la bevuta è costituita da ampi rimandi alla frutta a pasta bianca/gialla (albicocca soprattutto). Tale delicatezza permette la spiccata presenza di essenze floreali prima di effettuare l’elegante scambio di consegne che conduce verso l’epilogo amaricante (più rustico in relazione a quello individuato nella Zinnebir attuale). Si rileva anche un’apprezzabile avvolgenza dettata da sfumature pepate morbide, che amplifica la portata della moltitudine di sapori sin qui individuati.
Il retrogusto risulta lungo e lievemente caldo, con prosecuzione speziata che aumenta la sensazione di secchezza.

Recensione Review Brasserie De La Senne Brasserie Thiriez Zinne De Flandres

Zinne De Flandres è una versione alternativa della Zinnebir che mostra due facce: se dal punto di vista degli aromi messi in campo si può tranquillamente affermare di trovarsi dinanzi una variante più delicata e garbata sul tema, la chiusura risulta diametralmente opposta, accentuata da un disavanzo che allontana le due fasi analizzabili. L’amaro è comunque gradevole in relazione alla portata espressa (per chi già conosce Brasserie De La Senne, niente di nuovo), sintomi di buona conoscenza della gestione generale della ricetta.
Un’interpretazione che risulta essere particolarmente fresca nella bevuta e agile nel lasciarsi comprendere al meglio. Tale esperienza risulta piacevole ai fin idi comparazioni di differenti lavorazioni che a livello affettivo significano molto per il birrificio, per un tuffo nel passato che ha dato vita ad una bellissima avventura.

Recensione Review Brasserie De La Senne Brasserie Thiriez Zinne De Flandres

NOME BIRRA: ZINNE DE FLANDRES
COLLABORAZIONE: Brasserie De La Senne + Brasserie Thiriez
STILE: Belgian Pale Ale
ABV: 5.8%
FORMATO: BOTTIGLIA, 33 cl.

IMBOTTIGLIATA: 12/08/2022
SCADENZA: 12/08/2023
BEVUTA IL: 08/05/2023

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